Ultimo aggiornamento: 29 Dicembre 2018 da Vanni Valente
Per decenni i libretti di risparmio e i buoni fruttiferi postali sono stati l’investimento sicuro per eccellenza. Oggi qualcosa è cambiato, e ti spiego perché.
La liquidità derivante da libretti e buoni fruttiferi postali è gestita dalla Cassa depositi e prestiti (Cdp), ente fondato a Torino nel 1850.
La Cdp usava questi fondi esclusivamente per finanziare gli enti locali per la costruzione di infrastrutture, concedendo condizioni agevolate rispetto a quelle di mercato. Il ricavato di queste operazioni torna ai risparmiatori sotto forma di interessi.
L’investimento in libretti e buoni fruttiferi postali è sempre stato considerato sicuro e garantito perché è davvero difficile che un ente locale fallisca, ma nel nuovo millennio le cose sono cambiate.
Nel 2003 la Cdp è diventata una società per azioni di cui il ministero dell’Economia e delle Finanze possiede la maggior parte delle azioni, mentre la parte restante è in mano a fondazioni di origine bancaria.
La liquidità a sua disposizione ha cominciato a far gola ai politici, e infatti dal 2011 sono state introdotte modifiche al regolamento interno che hanno consentito l’uso dei fondi per attività diverse da quelle tradizionali e sostanzialmente li hanno messi in pericolo.
Anche questa liquidità ora serve per…
Dal 2011 la Cassa depositi e prestiti può investire in «assumere partecipazioni e interessenze in società, imprese, consorzi e raggruppamenti di imprese, sia italiani che esteri», come si legge direttamente nello statuto (titolo 1, art. 3)
Questo significa che la Cassa Depositi e Prestiti è autorizzata a investire in una molteplicità di attività, anche a rischio elevato.
Per esempio, nel novembre 2012 ha comprato tre società prima pubbliche Sace, Simest e Fintecna per circa 10 miliardi di euro, soldi che che sono stati utilizzati per ridurre il debito pubblico.
Ma si può considerare sicuro un investimento in società a rischio, acquistate per ridurre il debito pubblico?
Dal 2013 la Cdp fa da garante ulteriore alle banche per l’emissione di nuovi mutui, anche destinati a famiglie che senza l’intervento statale non riuscirebbero mai a ottenerli perché la loro solvibilità non è sicura.
Quali sono le conseguenze?
In parole povere, se una famiglia non paga il mutuo, la Cassa depositi e prestiti, essendo garante, avrà l’obbligo di pagarne la parte restante.
Non è anche questo un investimento rischioso?
Grazie all’introduzione nel 2013 dell’articolo 8-ter nel suo regolamento, la Cdp può comprare obbligazioni derivanti da mutui cartolarizzati (ricordi il disastro dei mutui sub-prime?). Ti sembra una cosa sicura?
Questa metamorfosi ha preoccupato non poco gli osservatori esterni e sta spingendo gli investitori più informati a cercare alternative diverse.
Infatti chi ha investito in attività sicure e garantite, è a conoscenza che la sia liquidità è stata usata per:
- investire i propri capitali in aziende ad alto rischio?
- dare garanzie per mutui erogati a chi non potrebbe permetterseli?
- e investire in strumenti finanziari complessi?
Naturalmente no.
Eppure è così che la Cdp sta investendo i soldi ricevuti dai titolare di libretti e buoni fruttiferi postali.
Perciò ora bisogna cambiare le cose, quindi se vuoi sapere come diversificare al meglio quello che stai facendo, iscriviti subito inserendo i tuoi dati qui sotto.