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Come abbiamo bloccato il mercato immobiliare italiano (e come ne usciremo)

Ultimo aggiornamento: 9 Maggio 2015 da Vanni Valente

 Come abbiamo bloccato il mercato immobiliare italiano (e come ne usciremo) Un mercato si definisce liquido quando domanda e offerta si incontrano.

Ciò significa che il prezzo di vendita degli immobili è pari o inferiore al prezzo che riesce a pagare mediamente chi sta cercando casa.

Al contrario, quando il prezzo di chi compra e di chi vende è distante, il mercato tende a rallentare fino a fermarsi.

Questa semplice affermazione aiuta a spiegare perché il mercato immobiliare italiano è fermo, mentre negli Stati Uniti non solo è ripartito subito, ma è anche arrivato ad essere, oggi, particolarmente fiorente.

Ecco cosa accade negli Usa

Cercherò di spiegarti la legge che riguarda la domanda e l’offerta attraverso un esempio. Nel 2010-2011 chi si affacciava al mercato immobiliare statunitense si trovava di fronte a grandi occasioni, ossia immobili in ottime zone a prezzi competitivi rispetto al valore pre-crisi.

Infatti, era possibile acquistare immobili con piscina dal valore pre-crisi di 200.000 dollari per un prezzo molto inferiore: anche 50.000 dollari.

Il prezzo basso era la soluzione americana per far ripartire l’economia.

Avendo preso atto della crisi e volendo far pulizia degli immobili che avevano in carico, le banche hanno iniziato a svenderli.

Infatti, gestire gli immobili di chi non riusciva a pagare i mutui, senza poter rientrare della liquidità che avevano prestato, rappresentava un grosso problema per le banche.

Da una parte gli immobili generavano spese per la loro gestione e dall’altra non permettevano agli istituti di credito di fare ciò che sapevano fare meglio, ovvero guadagnare attraverso gli interessi maturati su somme prestate.

La conseguenza di tutto ciò sono state le vendite degli immobili a prezzi ridicoli, basati su quanto le persone avrebbero potuto spendere dopo una tale contrazione del mercato.

In quel momento si trovavano in offerta molti immobili con prezzi attorno ai 50.000 – 60.000 dollari.

Di conseguenza, molte famiglie e perfino molti giovani che fino a quel momento non avrebbero potuto permettersi di acquistare casa (perché fino a qualche anno prima costava 200.000 dollari), hanno avuto la possibilità di accedere al mutuo.

Questo ha portato a un rilancio degli acquisti e quindi al rilancio dell’economia statunitense. Infatti l’edilizia è da sempre uno dei settori trainanti dell’economia.

Inizialmente si è assistito ad una corsa all’acquisto delle abitazioni (la cui offerta era elevatissima) e in un secondo momento, chi aveva già acquistato, ha iniziato a ristrutturare e rinnovare la casa appena comprata.

È ripartito in questo modo il lavoro per idraulici, elettricisti, manovali e l’edilizia ha cominciato a creare nuovamente introiti per gli operatori del settore.

Avendo ricominciato a lavorare, quegli stessi idraulici, elettricisti, manovali… potevano permettersi di spendere di più in altri beni, per esempio in vestiti, sport, passioni e beni non solo di necessità primaria.

Tutto questo ha contribuito fortemente a far ripartire l’economia americana, che ancora oggi è in ripresa. E il tutto è accaduto perché si è fatto in modo di far coincidere la domanda con l’offerta.

Ecco cosa succede in Italia

Nel nostro paese, il mercato immobiliare è bloccato. L’offerta è ampissima ma la domanda è davvero esigua.

Questo perché non si è assistito a un sostanziale ribasso del prezzo degli immobili, come invece è avvenuto oltreoceano nel giro di un paio d’anni dallo scoppio della bolla immobiliare.

Oggi, in Italia, quasi nessun proprietario è disposto a prendere atto dei reali prezzi di mercato. Tutti vorrebbero vendere a un valore maggiore o uguale a quello a cui hanno acquistato qualche anno prima.

Di conseguenza rimangono con l’immobile invenduto, su cui devono pagare tasse sempre più elevate.

D’altra parte chi vuole acquistare e può avere accesso a un mutuo, non può comunque permettersi di spendere cifre così elevate per l’acquisto dell’immobile.

Qual è la conseguenza?

Dato che le persone non hanno molta capacità di spesa, la domanda e l’offerta non si incontrano, e non avviene quasi nessuna transazione.

Così facendo si blocca uno dei settori trainanti della nostra economia.

Proviamo a immaginare per un momento che in Italia avvenga ciò che già è successo negli USA: supponiamo che banche, stato e privati prendano atto della situazione del mercato e inizino a mettere in vendita le case sui 50.000 – 60.000 euro.

Che cosa accadrebbe?

Tutte le giovani coppie in affitto, ma anche chi negli anni è riuscito a risparmiare una somma simile, si affretterebbe a comprare un immobile.

Dopo aver acquistato l’immobile, eseguirebbero dei lavori di ristrutturazione per dare forma alla casa dei propri sogni.

Di nuovo, quindi, gli operatori edili comincerebbero a lavorare e di conseguenza a far circolare il denaro guadagnato, facendo ripartire l’economia del paese.

In sostanza succederebbe quello che ho visto accadere negli Stati Uniti: immobili a prezzi bassi portano più persone ad acquistare, facendo aumentare la domanda.

Successivamente le ristrutturazioni portano liquidità all’edilizia, che rimane uno dei settori di traino della nostra economia.

Infine, chi esegue i lavori ricomincia a spendere e l’economia reale ne risulta positivamente influenzata perché il denaro ha ripreso a circolare.

Così come è successo negli USA, alla ripartenza dell’economia corrisponderebbe l’aumento dei prezzi delle abitazioni, ritornando, nel giro di qualche anno, ai valori reali.

Tutto questo perché ognuno ha più denaro in tasca e si può permettere di spendere di più.

La conclusione è semplice

In questo momento, dato che i prezzi sono troppo alti a fronte di una disponibilità di spesa bassa, il settore immobiliare in Italia è fermo e di conseguenza non è possibile fare operazioni profittevoli in modo veloce e seriale.

L’edilizia italiana riprenderà solo quando i prezzi saranno così bassi e allettanti da attirare chi ora non può acquistare, e solo in quel momento la domanda e l’offerta si potranno incontrare per far ripartire l’edilizia in generale.

Fino ad allora, anche se nessuno vorrà mai ammetterlo pur essendone consapevole, l’edilizia in Italia non si riprenderà.

Perciò, l’investimento all’estero può anche non essere pensato come una scelta definitiva, ma piuttosto come un qualcosa che aiuti a passare in tranquillità questo periodo di crisi, che, purtroppo, non è vicino alla fine.

Una delle occasioni per valutare un tuo investimento all’estero è il corso Real America Estate™, un corso di orientamento sugli investimenti immobiliari in USA. Scoprirai come sfruttare a tuo vantaggio l’abitudine tutta americana di cambiare casa frequentemente.

Buon investimento.

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